Gli itinerari tradizionali della devozione e della pietà
Il Veneto è sempre stato considerato una regione ricca di devozione. La pratica religiosa in tutti i tempi è stata vissuta dalla sua gente con convinzione e profonda pietà, ne sono testimonianza i luoghi di culto, antichi e recenti, disseminati nel territorio che ancora oggi sono meta di pellegrinaggio e di cerimonie. Accanto ai più famosi e conosciuti in tutto il mondo come la Basilica del Santo di Padova e il Santuario Mariano di Monte Berico, si collocano piccoli santuari dalle origini remote e luoghi di devozione per i Santi di questo secolo: Pio X, Santa Bertilla e il Santo Leopoldo da Padova confessore. IL Cristianesimo è arrivato in queste terre lungo le strade imperiali: nel territorio del comune di Castelfranco incrociavano due assi viari molto importanti: uno EST-OVEST, la via Postumia che andava da (Vindobona) Vienna alla Spagna (Terragona) attraverso Ventimiglia e la Provenza; l’altro in direzione SUD-NORD da Padova ad Asolo, la via Aurelia (l’Auregia). Al seguito delle legioni dell’esercito romano e dei mercanti arrivarono anche i primi evangelizzatori delle genti venete e cristianizzarono antichi luoghi di culto dedicati alle divinità pagane: luoghi sacri frequentati da sempre e la cui memoria si perde nella notte dei tempi. Alcune chiese del territorio sono dedicate a Santi e Martiri che secondo l’agiografia erano soldati romani come San Liberale e San Sebastiano. Nelle memorie della chiesa di Treviso esiste la leggenda di un santo vescovo greco – Prosdocimo – che fu mandato da San Pietro (II secolo) a Padova per convertire le popolazioni della Terra Veneta. Di un vescovo santo, con questo nome esistono documenti risalenti al V, VI Sec. Si sa con certezza che predicò a Treviso e nei territori di Asolo (a San Prosdocimo infatti è dedicata la cattedrale). Alla sua predicazione nel territorio sono legati certamente i culti dei Santi Pietro e Giustina, (famosa la basilica che si trova a Padova in Prato della Valle) A Castello di Godego – 5 km da Castelfranco Veneto – lungo le rive del Muson, principale corso d’acqua della zona e una volta molto più grande e pericoloso di oggi, si trova un antichissimo sacello dedicato a San Pietro: una delle testimonianze più antiche del Cristianesimo in questa parte della regione. A meno di un km di distanza, lungo l’antico tracciato della Postumia, un borgo e un capitello dedicati a Santa Giustina. E’ certamente da escludere una diffusione del culto cristiano nel territorio della campagna veneta prima del IV, V secolo ovvero prima degli Editti degli Imperatori Costantino (anno 313) e Teodosio (anno 380). L’editto di Costantino permetteva la diffusione del culto cristiano. Il secondo, quello di Teodosio, obbligava il culto cristiano e condannava il culto pagano. Certamente con l’Editto di Costantino la gente dei campi ha continuato nelle antiche pratiche di devozione e di religiosità; infatti è improbabile che riti, abitudini e paure legate all’adorazione e alla pietà scompaiano per merito di una imposizione, perchè la componente emotiva e magica che accompagna il timore verso la divinità fa temere la collera degli Dei offesi e trascurati. L’editto di Teodosio, che ha fatto del Cristianesimo la religione dell’Impero e ha condannato il paganesimo, invece ha favorito la predicazione cristiana e ha permesso di usare gli antichi luoghi sacri pagani abbandonati e vietati e di poterli così trasformare in luoghi di culto legale e accettato, dove antica e nuova pietà si sono fuse insieme in un misto di devozione profonda e di timore magico. Con molta probabilità i santuari più antichi legati alle prime comunità cristiane, hanno tutti questa origine, in modo particolare i piccoli santuari Mariani diffusi nelle campagne e venerati da tempo immemorabile. E’ da ipotizzare che queste aree sacre fossero in antico dedicate a divinità femminili della terra, dell’acqua, della generazione della vita. Questo spiega la loro adattabilità al nuovo culto della Vergine madre, dispensatrice di grazie, taumaturgica, protettrice di uomini, animali, prodotti dei campi e nemica del demone che provoca malattie, fame e sofferenza. Nel Medioevo si sono aggiunti altri culti come quello dei Santi, il più importante dei quali è Antonio da Padova, il Santo per antonomasia, culto che ha ecclissato nella devozione un pò tutti gli altri, ad eccezione di quello per la Vergine che conobbe una nuova vitalità nel XV e XVI secolo. In epoca più recente possiamo parlare del sorgere di forme devozionali per figure più moderne. Seguendo questa storia della pietà che nei secoli ha ispirato e accompagnato la gente della pianura distesa fra il monte Grappa e il Sile si possono delineare tre itinerari di pellegrinaggio, tre percorsi di fede, di meditazione, di storia e di cultura, suggestivi e rivitalizzanti.

Fonte: http://www.castelfrancoveneto.it